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documento 2 dicembre 2005 su "cultura tabellare"

 

MAGISTRATURA DEMOCRATICA

CATANZARO

 

La diffusione della cultura tabellare, l'affermazione del principio costituzionale di buon andamento ed imparzialità degli uffici e la tutela del principio di legalità è patrimonio comune che richiede il contributo incisivo di tutti i magistrati.

MD che, da tempo ha profuso un costante, silenzioso e generalizzato impegno, sia a livello centrale sia in sede decentrata, per l'attuazione di tali principi e per la tutela dei predetti valori, nell'interesse di tutti i magistrati, accoglie, pertanto, con estremo favore il recente intervento di Unicost a presidio dei valori di legalità.

Si tratta, tuttavia, di tematiche già affrontate dal CSM nel corso degli ultimi anni ed è per questo che una certa enfasi che ha accompagnato la non approvazione delle tabelle del Tribunale Catanzaro e dei criteri organizzativi della Procura di Catanzaro non appare proporzionata alla portata degli eventi.

Già in passato e più volte, infatti, il CSM ha avuto modo di pronunciarsi, sotto distinti aspetti, in ordine ai criteri organizzativi dei predetti uffici indicando le rettifiche ritenute necessarie.

Nel caso più recente, per quanto riguarda il Tribunale di Catanzaro, il Presidente della Corte d'Appello, recependo il parere  espresso dal Consiglio giudiziario, all'unanimità e con il contributo determinante di tutti componenti, aveva formulato la proposta tabellare modificando radicalmente  l'originaria segnalazione del Presidente del Tribunale di Catanzaro. Il CSM, all'unanimità, non ha bocciato le tabelle, come da taluno si è affermato, ma, aderendo al parere espresso dal Consiglio Giudiziario, ha indicato le ulteriori integrazioni da apportare alla proposta, in linea, quindi, con l'impostazione sostenuta, all'unanimità, dal Consiglio Giudiziario che non aveva condiviso la segnalazione del Presidente del Tribunale.

In ordine alla Procura della Repubblica di Catanzaro,  il Consiglio Giudiziario aveva, all'unanimità, ritenuto non conforme a circolare alcuni criteri di organizzazione e di distribuzione degli affari e, a maggioranza, aveva, altresì, ritenuto di esprimere parere negativo sulla designazione del dott. Spagnuolo alla DDA.

Il dott. Spagnuolo, procuratore aggiunto, era stato designato a seguito  dell''anomalo protrarsi, per  ben due anni e mezzo,  della procedura di nomina del secondo procuratore aggiunto, e, quindi, della persistente scopertura  del delicato incarico di coordinatore dda, assegnato, provvisoriamente, ad un sostituto della DDA.

Il CSM ha ritenuto, a maggioranza, di censurare integralmente il progetto organizzativo dell''ufficio di Procura facendo derivare, dalle carenze riscontrate in merito ai criteri di assegnazione ed alla procedura di designazione di alcuni sostituti,  la non approvazione della designazione del dott. Spagnuolo alla Dda, avente, in realtà autonomi presupposti e specifica procedura.

Si tratta di decisione che merita il massimo rispetto ma che risulta opinabile avendo introdotto un canone ermeneutico non convincente. (seguendo il principio enunciato,ad esempio, nel caso di assegnazione di presidente di sezione ad una sezione civile in relazione alla quale sono previsti criteri di organizzazione ed assegnazione di magistrati viziati da illegittimità, si dovrebbe ritenere viziata, altresì, la designazione del presidente di sezione che è  autonoma per presupposti e procedura).

   Ben altri nel passato, anche recente, sono stati gli interventi  del CSM che non hanno avuto, però, il medesimo clamore sugli organi di stampa e tra i magistrati e che avrebbero meritato lo stesso risalto sotto il profilo della rilevanza del rispetto dei criteri tabellari e dell''affermazione dei principi di legalità.

Si pensi,ad esempio, alla censura dei criteri di autoassegnazione del Procuratore della Repubblica di Cosenza e di altri uffici del distretto, alla non approvazione di provvedimenti di supplenza interni incidenti sullo status del magistrato, all'annosa vicenda delle tabelle del  Tribunale di Rossano non approvate per ben due bienni.

In tale ultimo caso, di estrema rilevanza per la  riscontrata violazione dei criteri di organizzazione tabellare dell''intero ufficio, stranamente alcuna eco si è registrata a seguito delle decisioni assunte dal Consiglio giudiziario e dal CSM.

Eppure, anche in questo caso, il Presidente della Corte d'Appello, aveva, sulla base del parere espresso all'unanimità da parte del Consiglio giudiziario, modificato l'originaria segnalazione del Presidente del Tribunale, avendo riscontrato eclatanti illegittimità in tema di costituzione delle sezioni, di  previsione di collegi straordinari rimessi alla discrezionalità del Presidente e di criteri di organizzazione dell'' ufficio, ed il CSM, all'unanimità, aveva aderito all'impostazione del Consiglio Giudiziario fatta propria dal Presidente della Corte.

Il vero impegno per l'osservanza dei criteri tabellari e del principio di legalità prescinde dagli episodi e dalle persone, è condotto senza clamori e retorica  nella consapevolezza di rendere in tal modo un servizio a tutti i magistrati.

A tale impegno MD intende rimanere fedele.


Indirizzo:
http://old.magistraturademocratica.it/platform/2007/09/22/documento-2-dicembre-2005-su-cultura-tabellare