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Costituzione, "colpi mano" e referendum

Sommario

Leggi e istituzioni

Il coordinamento giudiziario in Italia e in Europa e le sue prospettive, di Francesco De Leo
1. Alla ricerca della nozione giuridica di coordinamento
2. La normativa europea: Eurojust è organo giudiziario
3. La normativa italiana: il membro italiano di Eurojust è orga-no amministrativo. Implicazioni e complicazioni
4. Futuro di Eurojust
5. Linee gui-da di un possibile coordinamento
6. Eurojust e Direzione nazionale antimafia, due diversi modelli di coordinamento giudiziario.

Principio di uguaglianza e tutela delle religioni nella giurisprudenza Costituzionale, di Riccardo Conte
1. Gli ultimi approdi della giurisprudenza costituzionale in tema di uguaglianza e libertà reli-giosa: la sentenza n. 168 del 2005
2. I tortuosi percorsi della giurisprudenza costituzionale
3. Sentimento religioso e diversità culturali.

La giustizia tra ragione e sentimento,di Pierluigi Zanchetta
1. Alla ricerca della giustizia: la razionalità (e la rivelazione)
2. Alla ricerca della della giustizia: il sentimento
3. La giustizia come istanza dei deboli (e appropriazione dei po-tenti)...
4. ... e come esperienza condivisa
5. Líassestamento continuo della giustizia.

Obiettivo. Il processo civile, il giudice, le parti. Idee e proposte per una riforma
Presentazione (Gianfranco Gilardi)
Considerazioni impolitiche sulla giustizia civile, di
Giorgio Costantino
L'improvvisa ondata di riforme della giustizia civile richiede una riflessione complessiva. Si e-sclude che esse siano il frutto di un coerente e unitario disegno riformatore. Si ricordano le rationes della tutela differenziata, fondate sulla tipologia delle controversie e sulla natura degli interessi tutelati. Si nega che la pluralità di forme di tutela attualmente prevista risponda ad alcune di tali rationes. Si prospetta come fondamentale líesigenza di una ricognizione dellíesistente, in funzione di una effet-tiva attuazione del principio di strumentalità della tutela giurisdizionale civile. Si indicano i possibili temi per un rilancio di iniziative progettuali capaci di consentire di orientare líattenzione sui conflitti sostanziali, piuttosto che sui modi e sulle forme della loro composizione.

Un processo civile per il cittadiono (Lineamenti di una proposta di riforma della procedura civile), di Maura Nardin e Marco Pivetti
1. Perché un altro progetto di riforma del processo civile?
2. Alcuni dei punti essenziali del progetto
3. Il concetto di giusto processo. la pluralità dei suoi significati
4. La concentrazione della trattazione e il recupero dellíoralità. Il dovere di dire la verità. Líinterrogatorio libero. Il ruolo attivo del giudice nella fase di trattazione
5. Governo e responsabilità del pro-cesso. La discrezionalità del giudice civile
6.Preclusioni e decadenze. Il problema delle eccezioni rilevabili díufficio e non soggette a preclusione
7. Il risparmio flessibile delle forme processuali. la tutela sommaria. la flessibile modulazione della forma della sentenza
8. Una conclusione provvisoria, con un ricordo di Virgilio Andrioli.

Garanti o no del risultato sostanziale? Spunti tardivi sul giusto processo, di Roberto Braccialini
Un processo troppo ìprotestanteî, figlio di uníetica della responsabilità che in Italia ha radici poco salde? Il dubbio è legittimo, leggendo líarticolato del gruppo di lavoro di Md/Movimento per la giustizia. Ma sullo sfondo cíè una domanda ancora più impegnativa: dal giudice vogliamo solo il rispetto delle regole del gioco, o pretendiamo che tutta la macchina giudiziariaed anche le regole processualisiano orientate verso la realizzazione dei diritti proclami e disattesi? Forse il nuovo ar-ticolo 111 della Costituzione ci propone e richiede un ruolo del giudice meno disinteressato rispetto agli esiti sostanziali del processo: un grosso nodo teorico-pratico, a cui líarticolato in discussione cerca di dare una prima risposta per la porzione di sua competenza.

Tutela sommaria ed effettività della giurisdizione, di Luciana Barreca
1. Ricognizione dellíesistente e prospettive di riforma: i procedimenti a cognizione sommaria
2. (segue) i provvedimenti interinali di condanna
3. Note conclusive.

Una proposta di riforma del processo civile
Proposta di articolato elaborata da un gruppo di lavoro promosso da Magistratura democratica e dal Movimento per la giustizia. Allíillustrazione delle singole soluzioni normative adottate nellíarticolato è dedicata la nota di commento che compare in calce a ciascuna di esse. Come già se-gnalato, si tratta di una elaborazione ancora in progress e che è destinata a restare sempre aperta a nuovi apporti, a rettifiche e a modificazioni, il che è naturale per una elaborazione che è il risultato di un lavoro collettivo in cui si è cercato di tradurre in norme precise il frutto di anni di esperienza e di cultura professionale.

Dibattito: Magistrati, politica, competizioni elettorali
I. Forum con Mario Dogliani, Carlo Guarnieri, Giovanni Palomba-rini e Nello Rossi (a cura di Angelo Caputo e Livio
Pepino)
II. Un flash sullíEuropa (schede sulla situazione in Francia, Germania e Spagna)
Le schede sono state curate da Mario Vaudano (per la Francia), Heinz Stoetzel (per la Germania) e Perfecto AndrÈs IbaÒez (per la Spagna).

Magistratura e società
Líassociazionismo giudiziario e i giovani. Ipotesi sulle cause di una apparente disaffezione, di Valeria Picone
1. Premessa
2. LíAssociazione nazionale magistrati e il contesto temporale storico-politico
3. Líindipendenza, líautonomia e i rapporti fra le istituzioni
4. I neomagi-strati e líassociazionismo
5. Líassociazionismo e le donne
6. Le degenerazioni dellíassociazionismo e la crisi dellíautogoverno.

Osservatorio internazionale
Il cortocircuito fra corti costituzionali, i diritti della persona, il processo penale, di Vito Monetti
Líespressione ìcortocircuito fra Corti costituzionaliî è stta coniata per definire una situazione nata dallo sviluppo e dal consolidarsi della cooperazione internazionale per cui si è giunti fino alla creazione di sistemi giuridici, ma anche dei correlativi sistemi giudiziari, i cui ambiti di competenza sono fra loro intrecciati o in parte addirittura coincidenti. Un aspetto di questi intrecci coinvolge i giudici interni a un sistema nazionale, chiamati ad applicare anche norme provenienti da un sistema altro rispetto a quello interno; essi partecipano a più sistemi sopranazionali ciascuno dei quali è dotato, non solo di norme ad applicazione immediata, ma anche di una legge fondamentale propria e di una Corte che, per il rango istituzionale riconosciutole e per le funzioni di tutela della legge ad essa attribuite in tale sistema sopranazionale, puÚ essere definita come una Corte costituziona-le.
Per uníEuropa costituzionale: ricominciamo dalla Carta dei diritti, di
Franco Ippolito
La democrazia non gode di buona salute, né in Italia, né in Europa e tanto meno nel resto del mondo. » il ìparadosso del terso millennioî, che vede insieme líespansone territoriale della democrazia e la sua contemporanea crisi sostanziale (Y. MÈny). Le politiche di costruzione dellíEuropa sono un banco si prova per invertire questa tendenza.

Giurisprudenza e documenti
1. Conflitto sociale e nuove frontiere dellíassociazione per delinquere (Giovanni Palombarini)
Tribunale Trieste, 27 settembre 2005, pres.est.Dainotti, F.D.+1
2. Allontanamento dei migranti irregolari e diritto penale (Luca
Semeraro)
I. Corte appello Venezia-sez. 3, ordinanza 4 ottobre 2005, pres.est. Scarpari, Z.N.A.
II. Tribunale Pinerolo, 6 ottobre 2005, giud. Reynaud, G.A.)
3. Una riforma inadeguata per la legge fallimentare (osservazioni di Magistratura democratica e del Movimento per la giustizia)

Editoriale

Il 16 novembre 2005 il Senato ha definitivamente approvato, per quanto di sua competenza la modifica della seconda parte della Costituzione. Resta il referendum previsto dall'art. 138 della Carta, saggiamente voluto dai costituenti del 1947 contro i colpi di mano di contingenti maggioranze, ché le costituzioni moderne sono carte di tutti e non imposizioni dei vincitori (chiunque essi siano).
Dunque, il rito si è compiuto: in aule "sorde e mute" (riempite solo al momento del voto) e sostituendo il confronto in Parlamento e nel Paese con le permute e gli scambi concordati da quattro sedicenti "saggi" in una baita di montagna. Cosi si fanno forse i contratti e si sbrigano formalità burocratiche, ma non si scrivono le costituzioni. Lo disse, con parole lucide e lungimiranti, Piero Calamandrei nell'itervento del 4 marzo 1947 all'Assemblea costituente, sottolineando il valore e la necessità del confronto anche aspro, ma leale e alto (ché i "principi condivisi" non sempre nascono tali...): ´Il paragone con lo Statuto albertino (scritto in un solo mese dal 3 febbraio al 4 marzo 1948) non calza; perché qui, in questa assemblea, non c'è una sola volontà, ma centinaia di libere volontà, raggruppate in decine di tendenze, le quali non sono d'accordo su quello che debba essere in molti punti il contenuto di questa nostra carta costituzionale; sicché essere riusciti, nonostante questo, a mettere insieme, dopo otto mesi di lavoro assiduo e diligente, questo
progetto, è già una grande prova, molto superiore a quella che fu data dai
collaboratori di Carlo Alberto, in quel mese di lavoro semplice e tranquillo che essi poterono agevolmente compiere sulla guida data loro dal sovrano al quale
obbedivano'.
La "crisi" del sistema politico è in atto da tempo e lo andiamo dicendo da anni - la stagione della bicamerale ha accentuato le valenze anticostituzionali del
processo di cambiamento, delegittimando, anche nella percezione e nel vissuto dei cittadini, la Costituzione del '48 e indebolendo, insieme a un'idea di governo, una forma di Stato (lo Stato sociale). Ma la virata impressa con il voto del 16
novembre è una vera e propria rottura della "tradizione costituzionale",
che riguarda non solo alcuni aspetti, pur importanti, del testo vigente ma il ruolo stesso della costituzione e il progetto di società ad essa sotteso, la centralità dei
diritti e l'orizzonte di uguaglianza promesso nell'art. 3. Ad essere travolti dal nuovo assetto sono, infatti, principi e diritti fondamentali: il pluralismo e il
bilanciamento dei poteri (sostituiti dallo strapotere del premier, desinato a
diventare controllore del Parlamento e non più da esso controllato), l'unità dello Stato, la pari dignità delle persone e la possibilità per ciascuno di godere, allo stesso modo, di beni primari come la salute e l'istruzione (indeboliti e frammentati, a
beneficio dei più forti, dalla cosiddetta devoluzione).
Di ciò questa Rivista ha ripetutamente parlato, da ultimo con l'obiettivo
Un'altra Costituzione? pubblicato nel n. 1/2005, nel quale Mario Dogliani ha lanciato un allarme di cui è sempre più evidente l'attualità: ´Se finirà il grossolano equivoco di vedere nella difesa della Costituzione un atteggiamento politicamente conservatore ed intellettualmente inerte (equivoco dovuto all'ignoranza di chi non sa che i grandi sistemi normativi sono divenuti tali solo perché hanno beneficiato di interpretazioni e revisioni rispettose e costruttive) la deriva potrà essere contrastata, e forse arrestata. (...) Se ciò non avverrà, si potrebbe temere anche senza
un'eccessiva dose di pessimismo che la fase attuale sia destinata a configurarsi come quella dell'incubazione del nemico interno. Sconfitte le residue forze che sostengono l'ispirazione dell'attuale Costituzione, posto il problema costituzionale non come problema di armistizio tra chi c'è per il solo fatto che c'è (a prescindere dalle sue credenziali morali) ma come problema di vittoria del bene sul male, che cosa potrebbe impedire che un progressivo squilibrio nei rapporti di forza
accompagnato da gravi crisi internazionali - porti a vedere nella minoranza un nemico, secondo un copione che i nostri paesi conoscono benissimo? Tutto ciò po-trebbe apparire esagerato, ma il diffondersi di fondamentalismi identitari (e la
fragilità dell'economia complessiva) fornisce forse qualche rassicurante garanzia?'.
» questa è bene ricordarlo - la posta in gioco di un referendum la cui
importanza sembra non disinteressatamente oscurata da strepiti, risse e
diversivi.


Indirizzo:
http://old.magistraturademocratica.it/platform/2007/07/24/costituzione-colpi-mano-e-referendum