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In difesa della Costituzione

Sommario

Leggi e istituzioni

Vittorio Bachelet, l'indipendenza della magistratura e il ruolo del Consiglio superiore della magistratura, di Virginio Rognoni
A venticinque anni dalla morte, la lezione, umana e politica, di Vittorio Bachelet resta più che mai viva e attuale, anche in punto indipendenza della magistratura e ruolo del Consiglio superiore.

La pacifica rivoluzione della privacy, di Stefano Rodotà
1. Una rivoluzione pacifica
2. La privacy è di tutti
3. Persona e informazione totale
4. Un diritto di ìuscitaî
5. La costruzione elettronica della persona
6. Un nuovo quadro costituzionale
7. Il Garante e líinteresse generale
8. Indipendenza ed efficienza
9. Un valore fondamentale.

Prime note sulle modifiche alle norme penali del testo unico sulla immigrazione, di Angelo Caputo
1. Le modifiche alle norme penali del testo unico sullíimmigrazione: una legge ancora ìcieca al coloreî?
2. Il controllo di legittimità costituzionale sulla sanzione penale
3. Le nuove sanzioni per i reati di cui al testo unico sullíimmigrazione: líart. 14, co. 5 ter ... 4.. ... e líart. 12.

L'amministratore di sostegno (ovvero la ìflessibilitàî della protezione delle persone non autonome) , di Fabrizio Amato

1. I punti qualificanti della nuova disciplina
2. La ìflessibilitàî della protezione come ìsegno dell'intervento sulla disabilità
3. Brevi cenni sulla procedura e sulla gestione dellíamministrazione
4. La demarcazione tra amministrazione ed interdizione e inabilitazione
5. Prospettive.

L'amministratore di sostegno un anno dopo, di Elvio Fassone
1. Qualche considerazione introduttiva
2. Una richiesta avanzata da tempo
3. La forza del paradigma
4. Il percorso parlamentare
5. Problemi aperti: quale spazio residuo per líinterdizione?
6. Matrimonio, testamento, trattamenti sanitari
7. Il giudice tutelare e il pubbli-co ministero
8. La nomina a futura memoria. I servizi sanitari e sociali.

Proposte di modifiche costituzionali e principio di laicità dello Stato di Riccardo Conte
1. Reazioni politiche e provvedimenti giudiziari in materia di esposizione in aule pubbliche di simboli religiosi
2. Alcune premesse e analisi dei progetti di riforma
3. ... segue
4. Cenni al principio supremo di laicità dello Stato
5. Riflessi dellíanalisi sui progetti di riforma. Conclusioni.

Obiettivo. L'ordinamento giuridico internazionale dopo Guantanamo, di Giampiero Buonuomo
1. Deferenza allíEsecutivo e ambito della giurisdizione
2. Guantanamo e il diritto bellico
3. Guantanamo e il diritto dei conflitti armati
4. Le sentenze della Corte suprema 28 giugno 2004 e le petizioni di Habeas Corpus
5. Prospettive.

Dibattito. Quale progetto per la giustizia?

La sicurezza nei luoghi di lavoro e il nuovo Testo Unico: un passo avanti e due
indietro, di Beniamino Deidda
Il 18 novembre 2004 il Consiglio dei Ministri ha varato in via preliminare líarticolato di Testo Unico sulla sicurezza del lavoro. Si tratta di un testo consistente composto da 187 articoli, XVI allegati e una relazione di accompagnamento che rivisita le norme di sicurezza del lavoro emanate nel corso degli anni per quasi tutti i set-tori di attività e contiene alcune allarmanti manifestazioni dei nuovi orientamenti nel settore.
Prospettive di riforma per le azioni collettive, di Andrea Giussani
Una giurisdizione senza azioni collettive a tutela di diritti individuali omogenei è un poí come un sistema di trasporto pubblico che prevede soltanto taxi e non autobus. Anche il più stolto capisce che gli autobus, seppur più lenti dei taxi, non sono affatto inefficienti e, in ogni caso, offrono la possibilità di fruire di un sistema di tra-sporti pubblici a tutti coloro che, non potendo o non volendo pagare la tariffa del taxi, in precedenza rimanevano semplicemente a piedi. Ovviamente il problema èper continuare nella metaforaquello di mettere in circola-zione autobus veloci e non inquinanti.
Magistratura e società

Il deperimento dei diritti di libertà e delle garanzie: le ragioni di una sconfitta (Considerazioni per il congresso di Magistratura democratica) , di Giovanni Palombarini
Il prossimo congresso costituisce, per Magistratura democratica, un momento di riflessione necessario e per i caratteri in continua modificazione di una fase particolarmente difficile e per i problemi che si pongono a un gruppo che, pur volendo continuare a operare mantenendo ferma la sua originaria scelta di campo, incontra limiti e difficoltà molto rilevanti alla sua iniziativa. A ben guardare, i caratteri della fase e le difficoltà di magi-stratura democratica sono strettamente connessi.
Formazione, status e deontologia dei magistrati, di Bruno Giangiacomo e Giuseppe Santalucia
1. La formazione professionale dei magistrati e la deontologia 2. La formazione deontologica dellíuditore giudiziario 3. Il bisogno di conoscenze ordinamentali dellíuditore giudiziario.

Osservatorio internazionale

Quale imparzialità per il pubblico ministero? , di Marc Robert
Il tema dellíimparzialità del magistrato del parquet è qui affrontato in base allíesperienza comparata e so-prattutto a quella francese, nella quale, pur essendo unica la carriera di giudice e pubblico ministero, questíultimo è sottoposto a stretto controllo dellíesecutivo (specie per ciÚ che concerne le nomine agli uffici di-rettivi apicali), organizzato in base a un forte principio gerarchico e operante in base al criterio di opportunità dellíazione penale. Di particolare interesse è líanalisi delle ragioni per cui, anche in tale contesto, è necessaria líimparzialità del pubblico ministero.

Giurisprudenza e documenti

Jihad e giustizia penale, di Piergiorgio Morosini
Tribunale di Milano - Ufficio del Giudice per le indagini preliminari, ordinanza 24 gennaio 2005, DN e HKBM, giudice Forleo
La conservazione dei dati di traffico davanti alla Corte costituzionale di Francesco De Leo
Tribunale Romasezione giudice per le indagini preliminari, 23 dicembre 2004, ignoti, giud. Patarnello

Editoriale

Mai come oggi, all'indomani del voto del Senato del 23 marzo, il tentativo di modificare la Costituzione del 1947 era arrivato a un punto cosi avanzato e mai i numeri parla-mentari ne avevano lasciato intravedere la riuscita. Non è, dunque, più tempo di guardare al-l'operazione in corso, per sgangherata che sia, con la sufficienza e il senso di infasti-dita superiorità esibiti in questi mesi.
Il testo approvato non è solo come dicono alcuni - un compromesso mediocre, confuso e in molte parti ingestibile, imposto dal ricatto della componente (più) estremista della maggioranza. A questa faccia folcloristica della medaglia si affianca quella di sostanza, consistente nell'affondo contro i principi e i valori che hanno caratterizzato, anche nei momenti di maggior conflitto, la vicenda politica e sociale della repubblica: la concezio-ne dello Stato come rappresentanza pluralistica dei cittadini, l'uguaglianza delle donne e de-gli uomini che lo abitano (ovunque abbiano fissato la loro residenza), un adeguato bilancia-mento di poteri e di garanzie teso a evitare la tirannide o le prevaricazioni della maggioranza. Orbene, proprio su questi punti si innestano le modifiche vere della Carta (ché il resto è contorno, fumo o poco più). Di esse questa Rivista si è analiticamente occupata nell'obiettivo dello scorso fascicolo ed è, dunque, qui suffi-ciente ricordarle: l'abnorme concentrazione di poteri nel Primo Ministro, con riduzione del popolo a somma di individui chiamati, solo, a designare il premier e degradazione del Par-lamento ad "aula sorda e muta" (suscettibile di essere sfollata ove i suoi membri pro-nuncino parole di dissenso); la frammentazione, attraverso la devolution, dei diritti sociali, ridotti ad aspettative di servizi differenziati sul territorio; il depotenziamento degli organi di garanzia (Presidente della Repubblica, Corte costituzionale e magistratura), nono-stante la loro necessità per realizzare una democrazia delle regole e per tutelare i diritti di tutti.
Ai contenuti, poi, si affiancano i modi. L'operazione è stata (è) condotta all'insegna del revanscismo, della esibita forza dei numeri rispetto alle idee (sintomatico il contin-gentamento in tempi irrisori del dibattito parlamentare), di un diffuso "vandalismo costitu-zionale" (per usare la felice espressione di Gaetano Silvestri). Difficile non riandare al cupo auspicio di Gianfranco Miglio, secondo cui ´è sbagliato dire che una Costituzione deve esse-re voluta da tutto il popolo. Una Costituzione è un patto che i vincitori impongono ai vinti. Qual è il mio sogno? Lega e Forza Italia raggiungono la metà più uno. Metà degli italiani fanno la Costituzione anche per l'altra metà. Poi si tratta di mantenere l'ordine nelle piazze'.
Ciò impone di abbandonare le analisi consolatorie e le speranze acritiche in una sorta di palingenesi referendaria. Alla deriva odierna si è arrivati per lo strapotere e la spregiudica-tezza della maggioranza ma anche per le ambiguità e le debolezze dell'opposizione. La Co-stituzione può essere oggi strapazzata perché è stata, negli anni, delegittimata e ri-dotta a merce di scambio, perché si è consumata la devastante esperienza della Bi-camerale, perché l'ingegneria istituzionale è stata a lungo un gioco disinvoltamente praticato anche a sinistra (sino a prospettare per usare parole del 1996 di Giuseppe Borrè - ´un'as-semblea costituente come se fosse ordinaria amministrazione, oppure l'importazione di si-stemi costituzionali stranieri come se si trattasse di importazione di grano alla rinfusa o di pelli secche'), perché la scorsa legislatura si è chiusa con l'improvvida approvazione a colpi di risicata maggioranza del titolo quinto, perché in difesa della Carta del 1947 non si sono chiamati a raccolta i cittadini (come, giustamente, è stato fatto, per esempio, per l'art. 18 del-lo statuto dei lavoratori).
» da qui che occorre partire. Lo scontro costituzionale si può vincere solo abbandonando irrealistiche e infondate prospettive di diversi equilibri pacificatori e facendo quadrato intor-no a questa Costituzione, riconoscendo in essa il senso della nostra democrazia (per-ché ciò che unisce e forma gli stati e i popoli non sono i confini, le bandiere o peggio le razze e le lingue, ma, appunto, le costituzioni). » una operazione necessaria e possi-bile. Essa come ha scritto Mario Dogliani - ´dipende dalle forze politiche. Se finirà il gros-solano equivoco di vedere nella difesa della Costituzione un atteggiamento politicamente conservatore e intellettualmente inerte (equivoco dovuto all'ignoranza di chi non sa che i grandi sistemi normativi sono divenuti tali solo perché hanno beneficiato di interpretazioni e revisioni rispettose e costruttive) la deriva potrà essere contrastata, e forse arrestata'. Altri-menti, è inutile confidare nel referendum, ché nessuno sarà disposto a impegnarsi per un guscio vuoto.


Indirizzo:
http://old.magistraturademocratica.it/platform/2007/07/24/difesa-della-costituzione